Collana di riflessione per una nuova teologia spirituale : LA DIVINIZZAZIONE DELL'UOMO
Vol IV
Formato: 15 x 21
Pagine: 160
Rilegatura: Brossura cucita filo refe. Copertina plastificata in opaco
Anno 2018
Nel suo itinerario di ricerca il prof. A. Longobardi ci raggiunge ancora una volta nelle nostre situazioni quotidiane e riesce subito a farsi spazio tra i nostri interessi spirituali. Il tema è certamente importante, anzi primario: siamo pertanto nel cuore del mistero teandrico di Gesù. Si tratta di cogliere lesperienza della sofferenza in se stessa e di mettere in rapporto, nellunica persona del Verbo, la dimensione divina con quella umana, ognuna con le proprie prerogative e nello stesso tempo con le correlazioni o esclusioni conseguenti. Nel contesto importanti sono le implicazioni della passione di Gesù nella vita quotidiana dei credenti in Lui. È un dato storico sicuro che Cristo abbia sofferto in ragione della sua immersione nella storia, dellautenticità della sua natura umana e della sua singolare sensibilità, nonché della testimonianza diretta che Egli ha offerto di se stesso e che è stata raccolta dai testi della scrittura. Gli scritti neotestamentari dicono con chiarezza la tensione di sofferenza che sottende la sua vita e che emerge chiaramente nellultima cena; il servizio incondizionato al Regno culmina nel dono di sé al Padre per la salvezza e il riscatto dei molti. Lepoca dei padri fece gran conto dellevento della passione, nonostante che fosse difficile inculturare il messaggio neo-testamentario nel contesto ellenistico, sicché fu necessario ribadire più volte che il Figlio di Dio si è incarnato ed ha veramente patito per la salvezza delluomo. I padri greci preferirono vedere la passione come la condizione perché il Verbo eterno di Dio si inserisse nel nostro mondo di corruzione, redimerlo dallinterno, e portarlo alla forma di vita immortale, incorruttibile e divina. Ricorderemo che proprio laspetto della divinizzazione è stato specificamente trattato in uno dei suoi testi dal nostro autore Longobardi. I padri latini collocarono la passione sullo sfondo del peccato da cui risollevare la storia in virtù dellatto supremo di libera obbedienza del Figlio per reintegrare luomo nellamicizia salvifica di Dio. Considerato il valore primario dellolocausto del Figlio di Dio, come emerge in vari punti della scrittura, la spiritualità cristiana non può che fondarsi su di esso e vivere la propria chiamata alla fede come sequela di Cristo crocifisso e risorto. Limitazione di Cristo non tende alla riproduzione di determinati modi esteriori di comportamento, ma nellassunzione reale dei sentimenti specifici di Gesù come lobbedienza al Padre e il dono della vita in pienezza di amore verso i suoi amici. Non è possibile fare esperienza cristiana senza passare per la via della croce, tenuto conto del vincolo che ci unisce a Cristo in senso organico e addirittura in funzione di completamento da parte nostra di quanto Egli stesso ha operato come rivela la Scrittura. Manifestando semplicità e penetrazione del mistero cristiano, su questo punto piace riferirci a Edith Stein in un passo che ritroviamo nel Mistero del Natale: Cristo è Dio e uomo e chi vuol partecipare alla sua vita deve prender parte alla sua vita divina e umana. La natura umana da Lui assunta gli diede la possibilità di soffrire e di morire. La natura divina, da Lui posseduta dalleternità conferì alla sua passione e morte un valore infinito e la capacità di compiere la redenzione. La passione e la morte di Cristo continuano nel suo Corpo Mistico e in ognuno delle sue membra. Siamo grati al nostro autore Longobardi per averci condotto con mano intelligente e partecipe lungo i sentieri della sofferenza di Cristo, dando ancora una volta segno della sua sensibilità spirituale e della sua capacità di coinvolgere.